Epoca preistorica

Le origini di San Venanzo possono essere fatte risalire a circa cinque milioni di anni fa, successive all’avvento di una fase tettonica compressiva, la quale spingendo da Sud-Ovest verso Nord-Est fece emergere le prime terre dal Mar Mediterraneo andando a formare la dorsale allungata della catena appenninica. Fu solo nella successiva fase distensiva, a circa un milione di anni di distanza, che si affiancò alla struttura appenninica una vasta fascia parallela antiappenninica, dando vita ad estese aree depressive che caratterizzano la grande variabilità geologica dell’Umbria. In sostanza è largamente noto che nel Pliocene, a seguito delle vicende tettoniche ricordate sopra, a caratterizzare il territorio umbro fu la grande conca del Lago Tiberino.
Questa estesa superficie lacustre aveva la forma di una Y rovesciata che da Città di Castello si orientava in direzione NO-SE e, all’altezza di Perugia si biforcava, a causa dei Monti Martani, nei due rami della Valle Umbra Sud fino a Spoleto e della Media Valle del Tevere fino a Todi dove il ramo SO della Y rovesciata si incassava nella struttura del Peglia attraverso la strozzatura del Forello e del Lago di Corbara fino alla confluenza del Tevere e del Paglia. La dorsale di questo tratto, contraddistinta dall’allineamento Città della Pieve – Monte Peglia costituiva in realtà il vero confine tra l’ambiente lacustre e quello continentale. Peccato che l’uomo non fosse ancora presente; dal Peglia, infatti, avrebbe goduto per molte migliaia di anni di una bellissima vista lago. E non ebbe spettatori umani neanche la straordinaria e singolare eruzione che in anni molto più recenti, si fa per dire, diede luogo 250.000 anni fa alla conformazione geologica attuale del colle di San Venanzo. A scoprirlo per primi furono, alla fine dell’ottocento, gli studi del Senatore del Regno Eugenio Faina i quali appurarono che la fuoriuscita del magma infuocato dalle viscere della terra avvenne, al termine di un lungo cunicolo, secondo tre diverse diramazioni e altrettante bocche vulcaniche sparando il tappo di quella principale sulla sommità del suo cratere. L’aggressione dei successivi agenti esogeni e lo svuotamento del piccolo lago che per secoli dovette occupare il cratere del vulcano, ormai spento, modellarono l’aspetto definitivo del colle su cui, con alterne vicende, si intreccerà molto più tardi, alla fine dell’era glaciale, la storia dei popoli e delle civiltà originate dalla comparsa dell’uomo di Neanderthal e dall’incontro, che per lui si rivelerà letale, con l’Homo Sapiens proveniente dal continente africano.

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